Dubito ergo sum.

In questa bella-perchè-varia moltitudine di persone che abitano questo pianeta, vi sono le c.d. anime semplici.

Si tratta di persone che si pongono poche domande e che si accontentano di cercare la loro felicità o ragion d’essere in quello che hanno a disposizione, come affetti da una sorta di rassegnato fatalismo.

Nel mio immaginario, sono donne che abbinano il colore del divano a quello delle pareti e uomini che “casa è dove puoi giocare alla play station”. Donne che non rinunciano alla messa in piega una volta a settimana e uomini che, se gli togli il fantacalcio, diventano matti. Donne semplici che si accompagnano con uomini semplici e che hanno applicato, alla loro vita, uno schema imprescindibile: venerdì con le amiche, sabato con il fidanzato, domenica al centro commerciale. Mercoledì sesso. Anzi no, meglio il giovedì, che il mercoledì c’è zumba.

Sono persone che a San Valentino bevono il prosecco con il fidanzato e l’8 marzo il limoncello con le amiche, da sempre e per sempre.

Sono uomini o donne che non perdono moltissimo tempo a rimuginare sul latte versato: o lo scavalcano o lo puliscono, in ogni caso ne comprano un altro litro.

Talvolta ingenui, altre volte molto pratici oppure solo molto semplici, in ogni caso galleggiano sulla superficie delle cose e non amano mettere la testa sott’acqua. La loro vita è condizionata da un sistema binario:o è si, o è no.  Unica ccezione sono le cinquanta sfumature di grigio, rosso e nero che bastano a completare la loro scala cromatica di riferimento.

A vederla cosi, sembrerebbe quasi che io disprezzi queste persone. Tutt’altro: la mia è solo invidia. Profonda invidia per chi, come loro, non passa la vita ad interrogare sé stessa e gli altri su quale sia la migliore delle strade possibili, per raggiungere il migliore dei mondi possibili, dove vivere la migliore delle vite possibili. E il sabato espletano quel rituale propiziatorio che va dall’aperitivo alla caipiroska alla fragola, invece di stare a un piccì a masturbare mente e tastiera.

Touché.